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Sant'ABBONDIO Martire
(31 agosto - solennità diocesana -)

SGiorgioPatronato: Como.
Etimologia: Abbondio = abbondante, dal latino.
Emblema: Bastone pastorale.
Martirologio Romano: A Como, sant’Abbondio, vescovo, che fu inviato a Costantinopoli dal papa san Leone Magno e vi difese con zelo la retta fede.

Di Abbondio sono sconosciuti sia il luogo di nascita che la data. Forse era greco di Tessalonica (Salonicco), ma il nome latino lo farebbe dubitare, anche se è certo che conoscesse molto bene la lingua greca.
Sant'Abbondio cresciuto alla scuola di Sant'Ambrogio, vescovo di Milano, di Sant'Ilario di Poitiers e di San Martino di Tours, il 17 novembre 449 viene consacrato vescovo di Como, città della quale è ora patrono, il 17 novembre 449. La sua nomina fu designata dal suo predecessore, sant'Amanzio, del quale era collaboratore, che guidò la pastorale della città lariana dopo san Probino a sua volta succeduto al protovescovo san Felice.
Papa Leone I Magno lo chiama però, nel 450, come legato pontificio a Costantinopoli presso la corte di Teodosio III, dove deve ristabilire l'unità di fede dopo i conflitti dottrinali creati dal vescovo Nestorio e da Eutiche. La sua missione è quella di far sottoscrivere il documento papale "Tomus ad Flavianum", cosa che gli riesce nel sinodo tenutosi nella stessa Costantinopoli e confermata poi nel concilio di Calcedonia del 451 (qui si riafferma il mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio messa in discussione dal mondo orientale).
Viene quindi richiamato a Roma e finalmente può dedicarsi alla sua diocesi lariana e all'annuncio del Vangelo nella vicina Svizzera: -In quei tempi la diocesi comense, dal punto di vista religioso, versava in una situazione non rosea. Le popolazioni erano immerse nella superstizione e negli "errori". Le sponde del lago di Como erano piene di altari dedicati agli idoli. La Valtellina infestata da svariate superstizioni pagane.
Sant'Abbondio, in tale situazione, spende le sue energie per la conversione di queste terre. Percorre i paesi di tutta la Diocesi, predica la buona novella, cerca "le pecorelle smarrite". In breve tempo compie un miracolo ben più grande di quello che operò a Como risuscitando il figlio del principe della città, il miracolo della trasfigurazione della Diocesi: restaurando il cristianesimo in tutto il territorio. Per questo fu proclamato patrono, cioè padre della fede nella Diocesi-.
Durante la predicazione lo coglie la morte in un giorno di Pasqua, il cui anno non è stato ben identificato, forse il 469 oppure il 499.